Yemen, Al Hajjarah, novembre 2000

Uomini yemeniti ad Al Hajjarah con turbante e tunica

Visto dal basso, il villaggio sembra una roccaforte che incombe sul deserto sassoso.

La jeep vi lascia un po' prima delle mura, vicino a un grande cactus. Siete subito circondati dai bambini del luogo; non vi chiedono niente, vogliono solo guardarvi da vicino, scrutarvi con quegli occhi grandi e neri.

Ridendo vi guidano al villaggio attraverso una ripida scalinata di pietre sconnesse. Varcare la porta tra le mura è fare un salto nel tempo. Nei vicoli regna il silenzio, non ci sono donne in giro, forse vi stanno osservando nascoste dietro le finestre colorate. Le case di mattoni a crudo sono alte fino a quattro o cinque piani. Un uomo accovacciato per terra sta ruminando con una guancia gonfia di khat.

Girato l’angolo ecco un capannello di abitanti: alcuni indossano vestiti occidentali consunti, altri la giacca sopra un camicione bianco, il turbante, e lo jambiya nel fodero del cinturone. Vi fermate dietro quel muro di schiene per capire cosa ci sia da guardare. Appena si accorgono della vostra presenza gli uomini aprono il cerchio per permettervi di assistere.

All’inizio non capisci cosa stia succedendo: c’è un tizio seduto su una balla con la bocca spalancata e un altro proteso verso di lui. Uno dei tuoi compagni di viaggio è dentista e sembra avere capito che si tratta di una faccenda di denti. Ora l’uomo seduto fa una smorfia di dolore mentre quello di fronte a lui tira fuori un paio di pinze da una vecchia scatola, le impugna, gliele infila in bocca e comincia a tirare mentre con l’altra mano gli spinge la spalla contro il muro del vicolo. Balzi indietro, ma continui a guardare. L’uomo seduto geme, l’altro tira con le pinze, con forza e a lungo, finché non estrae un dente sanguinante. Tutti gli yemeniti applaudono e i bambini saltellano. Qualcuno passa una bottiglia al paziente che beve un sorso, sputa e poi si ficca in bocca delle foglie di khat.

Il dentista del tuo gruppo chiede a gesti al suo collega yemenita di vedere la scatola degli attrezzi; quello acconsente e tira fuori con orgoglio: forbici, pennello, sapone. Avete incontrato il barbiere del villaggio.

L’evento è concluso, gli abitanti si disperdono per i vicoli e voi proseguite con il vostro giro.

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Novembre
2000