Vedete i mosaici della Villa Romana con le famose ginnaste in bikini e pranzate con granite, cannoli e cassate; tornate al parcheggio e vi trovate di fronte a una dozzina di cani che si muovono rabbiosi in mezzo alle macchine in sosta.
«Non avvicinatevi» vi consiglia il custode, e vi avverte: «Sono randagi aggressivi ed è meglio stare alla larga. Possono attaccarvi la rabbia».
«Sono talmente magri che si vede lo scheletro» gli dici.
«Aumentano sempre di numero. La fame non gli toglie il desiderio di accoppiarsi di continuo».
In effetti, si sono talmente incrociati tra di loro che hanno tutti lo stesso colore variegato, impossibile da definire.
«Ma non interviene nessuno per catturarli?» domandi.
«Vagano a gruppi cercando da mangiare. Spesso si azzuffano. La gente cerca di spaventarli con urla disumane, oppure li prende a pietrate, a bastonate. Per qualche ora si spargono nelle campagne e poi riappaiono in paese».
«Ma nessuno protesta?» chiedi.
«Certo che sì. Vanno dal sindaco. I cani uccidono galline, mordono persone, causano tamponamenti e cacano dappertutto! Ma lui cosa può fare se non c’è nemmeno un canile?».
Dopo una breve pausa, dice: «Forse è il destino di noi siciliani vivere così: abbiamo i delinquenti più violenti e i giudici più coraggiosi…» si interrompe e si affretta ad accogliere un pulmino di turisti. Li riceve mettendosi in testa un vecchio berretto da ferroviere che conferisce autorità alla sua attività di parcheggiatore abusivo.