Francia, Parigi, luglio 2012

Carne in vendita a Parigi
Foto di Marta Cantalamessa

Cammini ovunque con stivali da pioggia e impermeabile. Provi cibo cambogiano; a un mercato all'aperto vicino al Bois de Boulogne prendi d'assalto uno stand che offre spiedini; in una sala da tè dagli elegantissimi rivestimenti in legno un signore di colore prova a comprare il tuo Nokia scrostato perché lui “colleziona cose vecchie”.

Passeggi per viali e parchi tra gente che fa jogging o tai chi sotto gli alberi, tra bambini che si arrampicano come termiti su strutture metalliche, inseguiti dalle ombre allarmate dei genitori. Nelle boulangeries assaggi tortini di pere, flan, quiche Lorraine, pain au chocolat, pain au fromage e madeleines. Visiti il museo della lettera e del manoscritto, un'esposizione temporanea sulla Shoah e il Pantheon con vista panoramica su un cielo d'acciaio.

Non c'è giorno in cui non piova, eppure, inaspettatamente, ti senti a casa. I lungosenna sono trasformati in spiagge, con sdraio, lettini, barroccini, gelatai e tappeti elastici. Un ratto fruga sotto un cestino dei rifiuti. A sera si balla il tango a bordo dell’acqua e c’è chi, seduto su una sponda, brinda con calici su una tovaglia a quadri bianca e rossa grande come un fazzoletto.

Dopo un'esposizione sui tatuaggi dal taglio antropologico, dopo aver respirato i gialli, gli oro, gli arancioni, i viola e i blu dei dipinti di quel Pierre Bonnard che hai studiato tanti anni prima all'università, improvvisi un picnic tra i prati ondulati del Parc des Buttes-Chaumont; ti assopisci quasi, fino a quando un cucciolo massiccio, dal muso schiacciato, non si getta sugli avanzi di taboulet e feuilles de vigne. Solchi la città, ben oltre i confini della tua mappa, fino ad arrivare a delle stradine dai nomi di fiore, a vicoli detti “villa”, immersi nel verde, pavimentati e disseminati di lampioni, tra case di un solo piano, in legno e pietra. Qui tutto è protetto da giardini e attutito dai rampicanti.

Parigi, dove donne e bambini allestiscono giacigli di fortuna lungo i viali, lavandosi alle fontanelle, dove è possibile iscriversi alla competizione per il balcone più fiorito, dove manifesti indicano ai manager de La Défense come trasformare il loro stress in un'arma vincente.

In un quartiere universitario provi il gin-fizz tanto amato da Simone de Beauvoir; a un ristorante basco la tua frittata è composta da almeno sei uova. Un signore affabile, nel portare a passeggio il cane, ti offre una visita guidata al quartiere alsaziano e alle case russe dai giardini pensili.

Eccoti dunque a viaggiare e a incontrare persone quasi senza progettare: le cose si dipanano sotto il tuo sguardo. Improvvisi, come la volta che ti stendesti su un pianoforte a tutta coda, mentre un amico suonava, e a lungo danzasti.

Quando
Luglio
2012

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