Friuli Venezia Giulia, Lignano Sabbiadoro, settembre 2010

Alba a Lignano Sabbiadoro

Nascoste dietro i tavoli di metallo impilati, nel bar chiuso di un hotel, vedete finire l’estate. Ascoltate i suoni bassi che vengono dal centro e aspettate che la passeggiata si svuoti, sedute sulle sedie di plastica. Lei vuole vedere l’alba sul mare.

«Troppi ubriachi» dici. E così vi ritrovate là, in un piccolo spiazzo riparato da siepi alte quanto voi, con delle Red Bull ghiacciate, alle tre di notte. Le stelle girano lentamente.

«Non devi avere paura,» ti dice, prendendoti la mano, accarezzandone il dorso col pollice «non c’è niente da temere».

Davanti all’hotel passa un gruppo di ragazzi, ridono in quel modo singhiozzante di chi ha bevuto, si parlano urlando.

«Okay» le dici, ma rimanete là.

Respirate quell’aria umida che già comincia a sapere di rugiada, di sale, della resina dei pini oltre le siepi. Vi stringete nelle vostre felpe (la tua, che in realtà è sua, gialla con gli smiley), appiccicaticce per il vapore che satura l’aria. Pensi sia stata quella nebbiolina tremolante, a nascondervi al signore con la divisa dell’hotel. È uscito due volte, con passo rapido ma barcollante, a buttare via la spazzatura. Entrambe le volte si è stropicciato gli occhi, ha preso una sedia dalla pila accanto ai bidoni e si è seduto a fumare una sigaretta. Poi è rientrato.

Sgattaiolate via che ancora deve fare chiaro. Fuori dal vostro riparo il vento insegue le foglie sulla passeggiata e raccoglie la sabbia in spiaggia. Guardate le impronte dei vostri anfibi portare a voi. Le onde depositano conchiglie sul bagnasciuga; non avete tasche, ma vi fermate comunque a raccoglierle, a vedere se siete più veloci del mare.

Poi lei alza la mano e indica davanti: «Guarda».

È la versione in scala di una tromba d’aria: alta più o meno quanto voi, pare bianca. Siete abbastanza vicine da poter vedere le foglie di posidonia girare, mentre il mulinello continua a raccogliere conchiglie e alghe e schiuma secca che sembra debbano schizzare via a ogni giro, ma che rimangono là. Poi il vento comincia a rallentare.

Il vortice perde velocità e si sgretola. Cadono prima le alghe, poi le conchiglie, mentre le spire si allentano e il bianco si fa trasparente. Poi cade la sabbia. Lo guardate traballare e spegnersi. Quando spostate lo sguardo, il sole è ormai alto sopra di voi.

Quando
Settembre
2010

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