Lo scenario è da sfondo del desktop. La piscina blu pantone 3252 con gli ombrelloni di paglia, più oltre le palme da cocco e una striscia di spiaggia rosata. E poi il mar di Flores, con i suoi isolotti di velluto verde.
Lasciate gli asciugamani su un lettino e andate verso la spiaggia per fotografare il tramonto. Nel mare galleggia una bottiglietta di plastica. Poco male, la photoshopperai via.
La spiaggia si estende verso destra, prendi Valeria per mano e vi incamminate scalzi. Dopo pochi metri sentite la differenza tra la sabbia pettinata davanti al resort e quella non setacciata, pungente e piena di rametti. Continuate, evitando un’altra bottiglia vuota e alcuni sacchetti di plastica. Più avanti ci sono dei pannolini. L’acqua qui sembra oleosa e il fondale è coperto da un pulviscolo scuro. C’è una striscia di fumo che sale in alto, oltre la spiaggia.
Dalla vegetazione escono dei ragazzini, gridano e vi corrono incontro. Valeria ti stringe più forte la mano. I ragazzini vi superano e si tuffano nel mare con le magliette addosso, schizzandosi e sputandosi l’acqua. Quell’acqua.
Arrivano altri bambini, più piccoli: «Hello!» vi dicono. Hanno gli occhi a mandorla e la pelle scura. Voi siete bianchi, ancora nemmeno abbronzati. I bambini vi guardano con occhi sgranati.
«Hello!» rispondete, e quelli sghignazzano e fuggono.
Il fumo proviene da un mucchio di spazzatura che brucia sotto una griglia. Ci sono uomini e donne seduti ai tavoli da picnic.
«Hello!» vi dicono gli uomini. Hanno la camicia e i pantaloni lunghi. Le donne indossano lo hijab e non salutano. Valeria è in bikini. Gli uomini la guardano con occhi sgranati.