Danimarca, Groenlandia, Ilulissat, agosto 2016

Partita di calcio in Groenlandia

Questa è la capitale degli iceberg. Dietro le colline rocciose che cingono il paese c’è il Sermer Kujalleq, un fiordo ghiacciato di cinque chilometri da cui ogni giorno si staccano decine di iceberg e iniziano il loro viaggio per gli oceani. Pare che quello su cui si scontrò il Titanic provenisse proprio da qui.

Attraversate la via principale tra le case di legno dipinte di colori sgargianti. Sono le sei, il sole inizia la sua breve discesa, ma la luce è ancora nitida. Le strade sono popolate solo da cani randagi. Senti urlare, ti avvicini: un campo da calcio. Terra sabbiosa e compatta. Tutto intorno colline con casette e scale di legno appoggiate sulla roccia brulla. Nel campo, con tanto di porte e righe segnate in gesso, sei bambini corrono dietro ad un pallone. Tre sono inuit: la pelle bruciata e gli occhi come fessure di luce; due con la maglia del Chelsea e uno con quella dello United. Altri due hanno i capelli arancioni, le lentiggini e la maglia dell’Eire. L’ultimo è di colore con una t-shirt blu. Dietro la porta un signore che fotografa.

Ti giri verso Sara.

«No, Fabio, facciamo tardi».

«Cinque minuti».

Ti sfili piumino, pile e maglia termica; ci sono dieci gradi a quest’ora, si può fare. Rimani con la polo bianca col giglio ed entri in campo. Ti dirigi verso il bimbo inuit con la maglia dello United, indichi il pallone poi te stesso. Lui guarda gli altri e annuisce. Gridi al signore che scatta le foto dietro la porta: «Come on». Si avvicina. Rifate le squadre e il ragazzino con la maglia dello United e quello più grande con la maglia del Chelsea scelgono; sono i padroni di casa. Vieni scelto per primo. Non sanno che sei una pippa clamorosa. Sara, seduta su una roccia, ti grida: «Fatti male» col viso tra le mani.

Parli a gesti con la squadra e diventi il mister: Eire piccolo in porta, ragazzo di colore in difesa, tu a centrocampo e United davanti. Attaccate verso la porta che dà sulla baia degli iceberg.

Sono venti minuti di inferno; questi bambini corrono come dannati. Dalle case colorate si affacciano diverse signore. Guardano te e l’irlandese adulto, ridono sguaiate con le guance rosse. Il ragazzo di colore grida: «Votre!» e ti passa la palla. Davanti a te trenta metri di vuoto e il portiere. Dietro di lui centinaia di isole ghiacciate colorate dal sole. Senti gridare un bimbo francese, uno irlandese e uno inuit senza capire una sola delle loro parole.

Tiri.

Quando
Agosto
2016