Argentina, Patagonia, dicembre 2010

Mappa del mondo con bussola

Il piano era semplice: atterrare a Buenos Aires, noleggiare un’auto e vivere un mese in Patagonia. Diciassette giorni più tardi (gli ultimi cinque senza vedere neppure l’ombra di un bagno) entrate in un piccolo villaggio del sud, stanchi, sporchi e felici. Il livello di benzina indicato dalla lancetta è allarmante, ma l’unica gasolinera che trovate si rivela un ammasso di lamiere dai colori sgargianti, leggermente scrostate, con erogatori e colonnine che potrebbero avere la tua età. Facendo qualche passo per sgranchirvi un po’ le gambe, incrociate un gaucho che vi dice due sole parole, non propriamente incoraggianti: «No gasolina».

Il rifornimento non arriverà prima di domani sera, a essere ottimisti. E anche se arriverà davvero, non vi garantirà neppure di ripartire col serbatoio pieno, visto l’obbligo di razionamento.

Dopo aver verificato empiricamente l’assenza di alberghi, di bed and breakfast e di qualsiasi altra forma di ospitalità a pagamento, iniziate a cercare un luogo adatto a montare il vostro bivacco, poco fuori dal villaggio. Avete appena tirato fuori una tenda dal bagagliaio, quando vi accorgete che il gaucho incontrato poco prima vi ha seguiti. Si avvicina a passo lento, senza mai staccarvi gli occhi di dosso. Vi gira intorno per un paio di minuti, squadrandovi e valutando le vostre facce con quello che si portano dietro.

«Necesitan lugar para dormir?».

 

Maria è una cuoca eccezionale; arrivate a provare un sincero affetto nei suoi confronti e una vera e propria devozione per il suo stufato di carne (di qualunque carne si tratti). Quella donna dalle forme generose e dai capelli arruffati compensa il parziale mutismo di suo marito, che si limita a tenere lo sguardo fisso su di lei. Ogni tanto Maria vi mostra un anello grigio che porta alla mano destra, lo indica guardando il gaucho, esclama: «veinticinco años!» e ride.

Non hanno letti da offrire, così vi sistemano come meglio riescono in una camera spoglia e disordinata. Maria vi fa capire che quella è stata la stanza del loro figlio maschio; è l’unica volta in cui noti un velo di tristezza nella sua voce.

Lasciate il villaggio la sera successiva, con il serbatoio pieno a metà e una razione di cibo supplementare. Anche per quel giorno niente doccia.

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Dicembre
2010